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by Silvia Urso
Aggiornato: 3 anni fa 449
Gaminginsider-News-Lottomatica Gamenet

Ad oggi manca ancora una riforma di legge che regoli il gioco d'azzardo, settore in perenne bilico ma che continua a crescere

L'industria del gioco d'azzardo in Italia è stata recentemente scossa dalla notizia inerente l'acquisizione da parte del colosso Gamenet di Lottomatica per la cifra di 950 milioni di euro. L'acquisizione avrà effetto a partire dalla seconda metà del 2021, ma questa operazione cambia parecchi scenari nel gioco d'azzardo del nostro Paese.

Questa operazione porta alla nascita del primo operatore italiano del mercato del gioco legale, attivo in tutti i principali segmenti di attività, dal gaming online alle scommesse sportive, agli apparecchi da intrattenimento. Infatti, il Gruppo Gamenet diviene la maggiore realtà del settore del gioco pubblico italiano e uno dei principali attori del mercato europeo, con ricavi ed Ebitda aggregati pro forma rispettivamente pari a circa euro 1,6 miliardi e circa euro 370 milioni per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2019.

Un settore in bilico

L'acquisizione di Lottomatica avviene in un momento storico poco favorevole al gioco d'azzardo dal punto di vista legislativo. Il periodo del lockdown è conciso con la chiusura di tutte le sale da gioco terrestri, con grande soddisfazione di governo e opposizioni. A ottobre la situazione si è ripetuta.

Il gioco d'azzardo è visto come un serpente velenoso. Se ne sottovaluta, però, l'aspetto economico che ha per le casse dello Stato. Il gambling, infatti, produce in media circa 10 miliardi di gettito erariale. I mesi di chiusura hanno portato approssimativamente a una perdita di circa 750 milioni di euro per ogni mese di chiusura. Il tutto, senza considerare l'aspetto occupazionale dato, che nel nostro Paese sono circa 75.000 le presone che lavorano in questo settore.

Un piano di rilancio che non c'è

Secondo gli analisti, neanche il tanto sbandierato Recovery fund potrebbe risolvere il «buco» creato dalla soppressione del gioco d'azzardo. Infatti, anche se esso portasse ad una nuova economia e alla creazione di nuovi asset nell'industria italiana, continua a rimanere impensabile l'abbandono del gioco di Stato. Oltre all'aspetto economico, infatti, c'è da considerare il caos sociale che ne deriverebbe dato che, si finirebbe per favorire il gioco illegale Tutto questo in un momento storico in cui c'è già l'allerta massima attorno al possibile e ulteriore rinvigorimento della criminalità, dopo la crisi economica derivante dalla pandemia.

La lotta al gioco illegale si può combattere solo attraverso un piano di riforma del Gambling già previsto nel Documento Programmatico di Bilancio 2021 del Governo. In tal documento si parla di vi sono il contrasto all’evasione fiscale e il rafforzamento degli strumenti di contrasto alle illegalità nel settore dei giochi.

Alcuni politici spingono per una ampia riforma strutturale del sistema dei giochi e per una diversa articolazione, tipologia e configurazione sul territorio dei punti di gioco. Fondamentale da questo punto di vista dovrebbe essere un meccanismo di vigilanza, regolamentazione, controllo e repressione un unico armonico con una profonda riflessione sul versante del cyber crime.

In questo contesto non può meravigliare la crescita del comparto dei casinò online che durante il lockdown ha vissuto il suo periodo d'oro. In questo lasso di tempo gli account di gioco sono aumentati di quasi il 200% per le videolottery e di quasi il 3.500% per il poker online. Questi dati testimoniano come questo settore continui ad attirare gente, nonostante i blocchi previsti.

Una riforma, dunque, è necessaria per instradare gli appassionati del gambling, verso abitudini di gioco più corrette. Diversamente si darebbe una mano importante ai siti illegali che fa tempo popolano il dark web. Si tratterebbe di un autogol clamoroso da parte dello stato che metterebbe a rischio uno dei suoi settori più prolifici

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