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by Silvia Urso
Aggiornato: 3 anni fa 988
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Troppi rischi all’orizzonte, troppi pericoli per lavoratori e gioco legale. Le associazioni di categoria scendono in piazza.

Ripartire, in massima sicurezza ovviamente, garantendo le adeguate misure di prevenzione, ma farlo in fretta, presto, quasi subito. Così le associazioni di categoria del mondo del gambling hanno manifestato la loro volontà di far riprendere a lavorare un settore florido, che dopo l’emergenza Coronavirus rischia tantissimo.

Una richiesta che arriva, per la prima volta, in maniera unitaria, compatta, da squadra. Una mossa storica come storico è il periodo che stiamo vivendo. Il problema, ad oggi, è però un altro: mentre tutti gli altri settori stanno ripartendo, dallo sport al turismo, dalla ristorazione al commercio, gli unici a non poter tornare a lavorare sono proprio gli addetti del gambling. E non si potrà fare nemmeno il 15 giugno, senza che siano rese note le motivazioni ufficiali.

Ecco allora che la Confesercenti e Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, in collaborazione con le rappresentanze sindacali Filcams Cigl, Fisascat Cisl, UilTuCs, e insieme a Sisal Entertainment, Gamenet, Lottomatica Videolot Rete, Lottomatica Scommesse, Admiral Gaming Network, HBG Connex, Codere Network, Cirsa Italia, Snaitech, Nts Network, hanno chiesto al governo di valutare in maniera attenta i rischi occupazionali, economici e sociali di una sospensione ancora a più lungo termine delle attività esercitate nelle sale di gioco specializzate. Insieme a questo si chiede di individuare al più presto una data certa, e sicura, dalla quale riprendere a lavorare.

Per farlo serve aumentare la sicurezza. Per questo le organizzazioni hanno studiato un Protocollo di intesa sulla "Regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro", compilato in sinergia ad alcuni esperti di sicurezza e di medicina del lavoro, al cui interno si possono trovare tutte le misure da adottare per prevenire o ridurre il potenziale rischio di contagio all'interno dei punti di vendita. Sanificazione degli ambienti e delle attrezzatura, fornitura a dipendenti e clienti di adeguati dispositivi di sicurezza, rispetto del distanziamento sociale e altre, tantissime, misure. Un esempio di tutto questo si può notare nel documento, creato appositamente per le Sale Bingo, dal nome "Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 nelle Gaming Hall Bingo", emanato il 14 maggio scorso.

Aziende, sindacati e associazioni si sono mosse per tempo e in maniera compatta, soprattutto perché il rischio più grande è quello occupazionale: la filiera delle scommesse e delle sale gioco vanta ben 12 mila esercizi su tutto il territorio nazionale, con oltre 60 mila lavoratori, che hanno sin da subito sofferto rilevanti effetti negativi. E per molti lo scenario più probabile, in questo stato di cose, è la perdita del posto di lavoro. Insieme al dramma occupazionale c’è anche il rischio concreto del ritorno dell’illegale. In un contesto simile, infatti, il vuoto creato dal gioco legale e controllato viene sempre colmato da siti pirata, pericolosi, criminali.

Alcuni mesi di emergenza rischiano, così facendo, di vanificare un impegno pluriennale, nonché le risorse, il tempo e il lavoro, messo in campo per la creazione di intrattenimento legale e responsabile.

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