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by Silvia Urso
Aggiornato: 3 anni fa 371
Gaminginsider-News-Fabio Schiavolin

Fabio Schiavolin, Amministratore Delegato di Snaitech, è intervenuto nel dibattitoDIRITTO&SPORT: la riforma dell’ordinamento sportivo”, in onda sul canale Class CNBC.

Tema dell’intervento il rapporto di Snaitech col mondo sportivo, definito “endemico” dall’AD Snaitech. Che ha poi focalizzato l’attenzione sulle modifiche alla programmazione sportiva, le stesse che hanno dato vitalità nuova alle scommesse sportive, i live che sono cresciuti sempre più e tutto ciò che di buono è stato prodotto in un anno complicato come il 2020. Al di là del proibizionismo improntato dal DL Dignità che ha limitato il marketing dei migliori siti di scommesse sportive. Il divieto assoluto di promozione, per Schiavolin, si è rivelato essere un fallimento non esistendo alcuna correlazione dimostrata tra i comportamenti distorsivi e pubblicità.

Una misura che il numero uno di Snaitech reputa inadeguata per l’obiettivo da raggiungere. Perché si capisce presto: il Dignità azzera il gioco legale, favorendo il gioco illegale e penalizzando, anche solo involontariamente, la filiera di controllo e gestione del mercato. Un aggravio di competitiva di tutto il sistema legale, che peraltro è costantemente impiegato sul fronte illegale.

In relazione col mondo sportivo, il Decreto ha prodotto un buco di cento milioni di euro per stagione, penalizzando tutte le squadre di calcio. Una perdita di competitività anche del sistema sportivo nazionale, se si considera che in Premier dagli operatori si ricevono circa 400 milioni di euro a stagione, e in Liga 19 squadre su 20 hanno sponsor di operatori di gioco. Un danno enorme sullo sport, e a danno principalmente delle squadre minori.

In totale, secondo le stime del gruppo Snaitech, proprietario della piattaforma Snai Sport Scommesse, i danni del DL Dignità si attesterebbero su un totale di 250 milioni. Il tutto contro la filiera legale ed i bookmaker, i soli che puntano sulla regolarità del gioco.

Col divieto pubblicitario, stando a Schiavolin, non si risolve nulla sul fronte del gioco patologico. Andrebbe piuttosto allestita una migliore informativa per i giocatori, tramite tutti i canali possibili, senza l’aggressività dei messaggi pubblicitari penalizzati dal legislatore.

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