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by Silvia Urso
Aggiornato: 4 anni fa 2802
Gaminginsider-News-Libro Blu 2018

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha pubblicato l’annuale “Libro Blu”, ovverosia l’annuale rapporto sullo stato di salute del gioco pubblico sotto tutti i suoi aspetti, dove ha reso noto che in Italia, nel 2018, si sono spesi circa 19 miliardi di euro (il -2% rispetto al 2017), con il 55,2% finiti nelle casse dello Stato come introiti erariali. A questi dati vanno aggiunte le imposte versate dai concessionari, gestori ed esercenti, che hanno fatto registrare un’altra impennata.

Il 62,6% delle entrate da gioco, corrispondenti ad oltre 6 miliardi di euro, proviene da slot machine e videolottery, mentre il 25,1% da Lotto e Lotterie. Il restante 12,20% da altri tipi di gioco. Crescono, inoltre, i siti irregolari e proibiti, che sono stati 1.042 totali nel 2018: cinque volte in più rispetto ai 418 del 2013. Dal 2016 al 31 dicembre scorso sono oltre 8mila i siti oscurati che complessivamente hanno registrato oltre 10 milioni di tentativi di accesso. La spesa totale invece, per apparecchi di puro intrattenimento, ammonta a 77 milioni di euro. Il 62,6% delle entrate da gioco, come dicevamo, proviene da slot e VLT, nonostante si sia consumato il taglio del 35% degli apparecchi su tutto il territorio nazionale, in virtù del decreto di ADM seguito all’accordo Stato-Regioni per l’annosa questione delle slot. Gli apparecchi menzionati non erogano vincita in denaro e sono 87.036 in tutto il Paese: la regione che ne possiede di più è l’Emilia Romagna, con oltre 12.000, seguita da Veneto e Trentino, on circa 9.072, e Puglia, Basilicata e Molise (7.896). Gli italiani hanno mostrato la loro preferenza per i giochi terrestri, inoltre, che superano quindi l’europea tendenza all’online. Nel 2018, su rete fisica, si è prodotta una spesa di circa 17,2 miliardi di euro, con una perdita di 300 milioni rispetto all’anno 2017. La spesa più alta è stata registrata in Lombardia, con 3,2 miliardi di euro, in Campania e Lazio. Nel gioco legale sono stati spesi 18.970 milioni di euro, contro i 18.990 del 2017. Il gioco online ha registrato una spesa complessiva pari a 1,6 miliardi, circa 300 milioni in più rispetto al 2017

La maggiore imposta accertata dagli uffici del Fisco, nel 2018, è triplicata: si è passati dai 31,6 milioni del 2017 ai quasi 98 dell’anno scorso. Questo incremento ha spinto verso l’alto anche sanzioni tributarie volute dai monopoli sotto la categoria evasione, per una cifra pari a 73,8 milioni di euro a fine 2018. A queste si devono aggiungere 18,6 milioni di sanzioni amministrative. Il tutto è frutto soprattutto di un’azione mirata con 38.745 controlli effettuati direttamente sul territorio con la consegna di quasi 3mila atti di accertamento. Di 3.000 atti di accertamento su territorio nazionale, il 50% è stato notificato nel Lazio, in Sicilia. Solo 7 notificati in Veneto e Trentino. In Calabria e Lazio, invece, si è registrata la maggiore imposta accertata con oltre 40 milioni contestati nella regione del Sud ed oltre 38,6 milioni in Centro Italia. Il Lazio ha anche il primato per l’importo complessivo di sanzioni tributarie: sono 43,3 milioni contro i 10,4 contestati in Campania. La regione più virtuosa è invece quella delle Marche, che ha visto un totale di sanzioni tributarie pari a poco più di 77.000 euro. Nel Libro Blu per quel che riguarda i controlli è stato evidenziato che il gioco illegale spopola soprattutto sulle scommesse. Dei 98 milioni di maggiore imposta accertata complessivamente, ben 88,5 milioni riguardano proprio il settore delle scommesse, con 3.369 esercizi controllati e sanzioni tributarie che vanno, applicate, a superare la cifra di 54 milioni di euro. Sono invece 115 i soggetti denunciati all’autorità giudiziaria per violazioni tributarie. I Monopoli hanno applicato una rigida azione di contrasto che ha evidenziato una maggiore tendenza all’illegalità e all’evasione fiscale soprattutto nel contesto delle AWP o New Slot, con 9,2 milioni di maggiore imposta accertata oltre 19,3 milioni di sanzioni tributarie applicate e più di 16 milioni di sanzioni amministrative. In calo, invece, nel 2018 il numero degli esercizi sospesi, 20 contro i 33 del 2017 così come l’importo delle sanzioni irrogate fermatesi a poco meno di 329mila così come il numero dei giorni di sospensioni di sospensione scesi da 404 del 2017 a 196 dello scorso anno. La priorità, la nuova sfida, che poi è una vecchia sfida, resta il contrasto all’illecito, per la tutela del giocatore.

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