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by Silvia Urso
Aggiornato: 1 anno fa 300
Gaminginsider-News-Lan Gate regolamentazione

Lo scorso 29 aprile il mondo del gioco è stato scosso dal caso “Lan Gate”, relazionato all’imprenditore Sergio Milesi, che ha deciso di presentare un esposto ad ADM denunciando l’uso improprio delle apparecchiature Lan e costringendo le forze dell’ordine ad effettuare controlli in tutto il territorio italiano.

Dopo il panico iniziale, ADM ha provveduto a tranquillizzare gli addetti ai lavori, spiegando che le attività in regola non avrebbero rischiato la chiusura. Tuttavia, la paura e l’incertezza regnano sovrane in una realtà, come quella del gioco in Italia, che ancora necessita di provvedimenti legislativi adeguati. Questo recente avvenimento non ha fatto altro che sottolineare una situazione di protratta precarietà nel quale vive il settore del gioco.

La realtà degli eSports e la loro difficile regolamentazione

Un primo elemento venuto alla luce è la realtà degli eSports, le cui sessioni di gioco si disputano mediante l’ausilio di videogames di uso domestico, posizionati in locali pubblici o circoli. Una seconda constatazione è stata quella della mancanza di un’effettiva regolamentazione in merito agli sport elettronici e la loro offerta al pubblico.

Al momento i locali pubblici sono sottoposti a rigidi controlli, così come specificato dal “Testo unico di pubblica sicurezza” all’articolo 100. Un provvedimento istituito circa 20 anni fa per limitare l’utilizzo improprio dei videopoker, i quali venivano installati in finti videogames, che fungevano quindi da dispositivi d’azzardo. Per questo motivo ogni apparecchio deve essere sottoposto ad un processo di certificazione e omologazione (pratica già implementa con successo nel ramo delle slot machine gratis e delle slot online con soldi veri) ed essere munito di un certificato amministrativo per l’autorizzazione all’esercizio.

Videogames, norme ormai datate che dopo 20 anni andrebbero riviste

Queste rigide misure che un tempo trovavano una degna motivazione, attualmente risultano estremamente datate. Data l’esigua presenza di videopoker e il posizionamento dei videogames in luoghi pubblici in cui non viene assolutamente praticato il gioco d’azzardo, ecco che il desiderio degli addetti ai lavori sarebbe quello di semplificare tali norme, per alleviare le difficoltà di chi cerca di districarsi tra i vari regolamenti di questo settore. Una delle richieste sarebbe proprio quella di separare il settore dei videogames da quello del gioco con vincita in denaro. Una richiesta avanzata da tempo, ma che non ha trovato spazio ed è stata invece ignorata, portando all’emanazione di regole ancora più severe.

Dopo il “Lan Gate” è stato firmato un nuovo protocollo

Se fino ad ora queste richieste sembravano tutt’altro che fattibili, il recente “Lan Gate” ha aperto uno spiraglio per gli addetti ai lavori. Questa situazione improvvisa ha infatti portato a provvedimenti provvisori emanati in tempi record, come ad esempio l’inquadramento delle attività di gioco diverse da quelle considerate dal “Testo unico di pubblica sicurezza”. Il 13 maggio scorso è stato firmato il Protocollo sull’utilizzo a fini sportivi degli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro. Ma questo sembrerebbe essere solo l’inizio in quanto si starebbe pensando di rivedere l’intero quadro normativo, prendendo in considerazione anche il settore degli eSports.

È arrivato il momento di separare i due mondi del gioco?

Proprio in questo momento la necessità di separare i due settori del gioco si fa sempre più insistente. Da un lato ci sarebbe quello a vincita, di competenza di ADM e dunque del Mef, dall’altro quello senza vincita (Amusement ed eSports) affidato al Mise. Sebbene questa ipotesi possa sembrare in un certo senso obbligata, sembra sia di difficile attuazione, almeno per il momento. L’unica alternativa sarebbe una riforma generale del settore, da tempo sperata ma mai messa davvero in pratica.

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