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by Silvia Urso
Aggiornato: 5 mesi fa 2957
Gaminginsider-News-Andrea Abodi

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha nuovamente fatto il punto sulla carta dei doveri ai margini del convegno «I sogni dei giovani costruiscono il futuro» nell'ambito del festival Orientamenti. La questione è sempre quella legata al gioco illegale che ha coinvolto diversi nomi di spicco del calcio.

Secondo Abodi, «Se cade un professionista si rischia anche che interpreti male tutto il mondo che guarda al professionismo in termini quasi esemplari, e questa è la ragione per la quale stiamo definendo la carta dei doveri». Il ministro ha dichiarato che la carta non risolve i problemi, ma è un contributo alla responsabilizzazione.

Per questo motivo, Abodi afferma che, «oltre a firmare il contratto classico del calciatore o del professionista sportivo, il professionista dovrà leggere questa carta dei doveri e sottoscriverla augurandoci che non intervengano altri fattori di fragilità sociale, perché è evidente che qui stiamo a livello di patologie vecchie e nuove che dobbiamo cercare di contrastare».

Tuttavia, la questione è molto più profonda ed è lo stesso ministro ad ammetterlo quando afferma che: «La ludopatia è un tema che purtroppo coinvolge e travolge milioni di italiani e soprattutto tanti giovani».

A questo riguardo c'è da aggiungere che la situazione relativa all'azzardo in Italia si fa sempre più preoccupante.

Il gioco in Italia secondo "Il Libro Nero dell'Azzardo"

Secondo gli ultimi dati che emergono dal report dell'Agenzia delle Dogane contenute nella ricerca «Il libro nero dell'azzardo – la crescita impetuosa dell'azzardo online in Italia», nel 2022 gli italiani hanno speso 136 miliardi nel gioco d'azzardo. Il boom del settore va di pari passo con quello dell'online. Negli ultimi 4 anni (2019-2022) sono infatti stati spesi circa 73 miliardi di euro.

Attualmente si stimano 3.8 milioni di giocatori nel nostro Paese, che, nel 2022, hanno investito in media 20.000 euro annui per l'azzardo online, con una media mensile di 1.600 euro.

Se, invece, si tiene presente la popolazione italiana pro-capite e tutte le tipologie di gioco, nel 2022 sono stati spesi 2.731, 68 euro in puntate, con una crescita, rispetto al 2006 del +220%, mentre rispetto al 2021, il volume è aumentato del 22,3%. In questo momento il valore delle scommesse in Italia rappresenta il 7% del Pil, un'enormità se si pensa che un settore fondamentale per la nostra economia come quello turistica incide per il 6%.

Si attende una riforma

Da tempo viene invocata una riforma dell'azzardo da parte del Governo. Sono gli stessi addetti al settore a chiederlo a gran voce. Ad oggi il settore dell'azzardo vive nel caos, stretto tra leggi regionali e nazionali che lo penalizzano. Per questo motivo il Governo ha messo in atto un decreto legislativo che approderà nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri e che sembra destinato a riscrivere totalmente il settore.

Anzitutto ci sarà un riordino in materia di concessioni online. Ogni singola società dovrà versare 7 milioni di euro per ogni concessione richiesta fino ad un massimo di cinque.

Il punto più importante, però, riguarderà la lotta alle dipendenze. Prevenzione e supporto saranno i cardini della nuova riforma. Sia i siti di scommesse sportive e casinò online, che i punti di raccolta dovranno dunque esporre misure di autolimitazione al gioco in termini di tempo, spesa e perdita di denaro.

Per il gioco online sarà inoltre previsto un filtro speciale che bloccherà il giocatore nel momento in cui supererà una determinata soglia, sia esso di spesa o di tempo di gioco.

Durante il gioco appariranno anche messaggi automatici che daranno coscienza del tempo passato a giocare e della spesa raggiunta.

Infine, verrà obbligato il concessionario a investire lo 0.2% dei loro ricavi netti in campagna informative che spieghino il rischio dell'azzardo. Quest'ultima parte ha già fatto discutere ed è ipotizzabile che dovrà essere rivista. Il rischio è sempre lo stesso, ovvero che si faccia di tutta l'erba un fascio e si finisca per penalizzare un settore che è comunque un settore importante dell'economia italiana

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