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by Silvia Urso
Aggiornato: 3 anni fa 438
Gaminginsider-News-Distanziometro

Il potere di limitare la distribuzione sul territorio delle sale da gioco attraverso l’imposizione di distanze minime rispetto ai cosiddetti luoghi sensibili, risponde allo scopo di contenere e contrastare il fenomeno della ludopatia.

Il distanziometro può definirsi una misura diPrevenzione logisticadella dipendenza da gioco d’azzardo che, dopo essere stata sperimentata a livello locale tramite regolamenti e ordinanze di autorità comunali, è stata adottata negli ultimi anni a livello legislativo da larga parte delle Regioni. Si tratta, essenzialmente, della previsione di distanze minime delle sale da gioco rispetto ai luoghi cd. sensibili perché frequentati da categorie di soggetti che si presumono particolarmente vulnerabili di fronte alla tentazione del gioco d’azzardo. Il metodo del distanziometro, lungi dall’essere contrastato nella legislazione nazionale e regionale, o nella giurisprudenza, rappresenta, a tutt’oggi, uno degli strumenti cui è affidata la tutela di fasce della popolazione particolarmente esposte al rischio di dipendenza da gioco.

Ma va detto che presenta alcuni momenti di criticità: quella dei distanziometri è una fake? Sull’argomento si è scritto e detto molto, ma la pur lodevole intenzione di contrastare il gioco compulsivo, e le conseguenze negative che ne derivano, non può esprimersi in atti che finiscono con lo svuotare completamente l’esercizio della libertà di iniziativa economica. Le ordinanze, infatti, limitano l’offerta di gioco pubblico e impongono la chiusura di attività legalmente autorizzate. Il problema, però, non è solamente nazional-popolare. In Germania, infatti, attraverso esponenti della politica locale, l’industria del gioco locale ha chiesto agli amministratori di mettere nero su bianco i dati e soprattutto gli studi di evidenza scientifica che a supporto dell’ultimo regolamento sulla attività di gioco legale.

Più nello specifico, è stato chiesto al Dipartimento per gli affari interni e lo Sport del Senato della città di Berlino di comunicare autore, titolo, anno di pubblicazione e eventuali fonti degli studi in basi ai quali è stato redatto il regolamento in virtù del quale due su tre delle sale giochi esistenti risultano obbligate a chiudere. Il regolamento prevede, infatti, una distanza minima tra due sale giochi.

E qual è stato il risultato? Il Dipartimento in questione ha dovuto ammettere di non disporre di studi particolari sull’argomento. Non ci sono studi speciali in merito. Inoltre, dal punto di vista della politica sanitaria e della ricerca sulle dipendenze, le restrizioni di disponibilità per il controllo, anche attraverso distanze minime, devono “essere valutate come opportune”. Questo è l’unico obbligo. Provocatoriamente la stessa domanda è stata posta alla Cancelleria del Senato, l’esito è stato identico.

L’industria del gioco ha così commentato: “Il fatto che un provvedimento di questo tipo si basi su un principio di opportunità politica è un fatto importante. Non abbiamo vinto una battaglia ma di certo a partire da oggi crediamo di avere una valida motivazione che mettere in discussione scelte di questo tipo. È un passo in avanti verso l’oggettivazione della discussione, che è necessaria in molti casi. Troppo spesso, chi non mostra grande simpatia per il settore ha affermato cose che non erano né scientificamente fondate né in alcun altro basate su dati oggettivi, confermando che quella relativa al distanziometro, potrebbe essere a tutti gli effetti una bufala che va smascherata.

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